LEONARD COHEN
HALLELUJAH – Leonard Cohen – You Tube
Well I heard there was a secret chord
that David played and it pleased the Lord
But you don’t really care for music, do ya?
Well it goes like this :
The fourth, the fifth,
the minor fall and the major lift
The baffled king composing Hallelujah
Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelujah…
Well your faith was strong but you needed proof
You saw her bathing on the roof
Her beauty and the moonlight overthrew ya
And she tied you to her kitchen chair
She broke your throne and she cut your hair
And from your lips she drew the Hallelujah
Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelujah…
(Yeah but) Baby I’ve been here before
I’ve seen this room and I’ve walked this floor, (You know)
I used to live alone before I knew ya
And I’ve seen your flag on the marble arch
and love is not a victory march
It’s a cold and it’s a broken Hallelujah
Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelujah…
Well there was a time when you let me know
What’s really going on below
But now you never show that to me do ya
But remember when I moved in you
And the holy dove was moving too
And every breath we drew was Hallelujah
Hallelujah Hallelujah Hallelujah
Maybe there’s a God above
But all I’ve ever learned from love
Was how to shoot somebody who outdrew ya
And it’s not a cry that you hear at night
It’s not somebody who’s seen the light
It’s a cold and it’s a broken Hallelujah
Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelu…
Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelu…jah
(HALLELUJAH – Leonard Cohen)
I did my best, it wasn’t much
I couldn’t feel, so I tried to touch
I’ve told the truth, I didn’t come to fool you
And even though
It all went wrong
I’ll stand before the Lord of Song
With nothing on my tongue but Hallelujah
Ho fatto del mio meglio, non era molto
Non riuscivo a sentire, ho provato a toccare
Ho detto la verità, non ti ho ingannato
E anche se
tutto è andato storto
Mi ergerò davanti al Dio della Canzone
Senza null’altro sulla lingua che Hallelujah
HALLELUJAH – Versione di Jeff Buckley – You Tube
‘Dance me to the end of love’
Leonard Norman Cohen, nato a Montréal (Canada) il 21 settembre 1934 (alle ore 06.45), è un cantautore, poeta, scrittore e compositore canadese. La sua vita ha ispirato scrittori, giornalisti, fotografi, registi, musicisti e coreografi. Uno dei suoi più lusinghieri ammiratori è il nostro Roberto Vecchioni, professore di Lettere nonché uno dei più noti e stimati cantautori italiani. La sua musica ha apertamente influenzato personaggi del calibro di Morrissey, Nick Cave e sembra anche Fabrizio De Andrè. Personaggio di nicchia e probabilmente poco conosciuto in Italia, merita di essere menzionato per il suo singolare percorso di vita.
Nato da genitori ebrei, a nove anni perde il padre, evento che lo segna in maniera indelebile. Inizia come poeta e scrittore e solo intorno ai 20 anni si avvicina alla musica, dando inizio ad una formidabile carriera, ormai cinquantennale.
La musica di Cohen fa riferimenti alle sue radici ebraiche, alle filosofie orientali, ma anche alla sua vita rocambolesca, fatta di sperimentazioni, avventure erotiche e amorose, viaggi in Oriente, prestigiose tournée internazionali. Considerato uno dei massimi poeti viventi, è tornato di recente sulle scene (in un’età oggettivamente non più verdissima), dopo una sparizione lunga diversi anni, trascorsi in un monastero buddhista.
Elegante e riconoscibile nei suoi completi classici corredati spesso da un Borsalino (il segno della Vergine è spesso associato alla sartorialità e all’amore per i dettagli), Cohen ha attraversato decenni di musica consegnandoci, tra l’altro, capolavori come ‘Hallelujah’, ‘Suzanne’, ‘Bird on the Wire’. La sua scrittura, dalle inflessioni cupe e malinconiche ( ‘impossibile ascoltare un suo disco quando fuori splende il sole’ scrisse un critico americano), deriva anche dal fatto di aver sofferto di una grave forma di depressione per una cinquantina d’anni, fino all’improvvisa scomparsa dei sintomi, avvenuta nel 1999, dopo decenni di cure (antidepressivi di vario tipo) e tentativi di autocure (droghe alcool, sigarette, donne, Zen). In un’intervista del 2001 semplicemente disse: ‘Mi ricordo che mi svegliavo al mattino e mi sedevo in un angolo della mia cucina, che ha una finestra sulla strada. Guardavo il sole che splendeva sui paraurti cromati delle auto e pensavo che era davvero bello. Pensavo che per la prima volta percepivo quello che anche gli altri percepivano. La vita divenne più semplice e lo sfondo di continua autoanalisi che mi aveva accompagnato per tanto tempo scomparve”
La tendenza ad un’impietosa autoanalisi (senza essere necessariamente ascritta a un quadro patologico) è spesso una delle caratteristiche del segno della Vergine, segno, come abbiamo visto, in cui Cohen presenta sia il Sole che l’ascendente.
Leonard, doppio Vergine con Sole all’ascendente, rappresenta tutta la minuziosità, la riservatezza, la cura del dettaglio nella scrittura, l’erudizione, l’interesse per la filosofia e il ragionamento astratto. Ma anche un impellente desiderio di espressione personale (Sole congiunto all’ascendente e Mercurio – governatore di segno e ascendente – in prima casa), che sembra quasi scontrarsi con la naturale ritrosia. I due pianeti in dodicesima casa in Vergine opposti alla sensibilissima, musicale e mistica Luna in Pesci si scambiano i ruoli: l’osservazione razionale e certosina si alterna a momenti di grande ispirazione. Inutile quasi sottolineare il ruolo preponderante quella Luna in Pesci nella sua ricerca spirituale. E Saturno in quinta casa ci rimanda ad un’educazione religiosa (come più volte citato nella recente e documentatissima biografia I’M YOUR MAN -Vita di Leonard Cohen – dell’autrice Sylvie Simmons – Caissa Italia Editrice): in Canada gli antenati di Cohen avevano costruito sinagoghe e fondato giornali, mentre il nonno materno era un noto studioso di cose ebraiche. Leonard stesso descrisse gli uomini più anziani della famiglia come ‘seri e formali’.
Nettuno in esilio nel segno della Vergine ma perfettamente a suo agio nella casa dodicesima, così come la Luna in caduta in Vergine (congiunta al grado a Nettuno) ribadiscono ulteriormente l’importanza della creatività, dell’originalità, della sensibilità musicale, ma anche il desiderio di trasporre i suoi tormenti e le sue intense vicissitudini secondo una metrica formale e precisa nella sua espressione.
Il Sole all’ascendente (che reclama una certa visibilità) è ben sostenuto dal sestile con Plutone nel decimo campo, la casa della popolarità e del riconoscimento sociale, mentre Urano in ottava casa che si quadra allo stesso Plutone è testimone degli importanti rovesci di fortuna ed economici che portarono Cohen a sperperare gran parte dei suoi guadagni a causa della sua incapacità di amministrarli.
Sebbene Cohen studiasse costantemente i testi sacri (‘La religione è il mio hobby preferito’, diceva a più riprese) e frequentasse saltuariamente (impegni permettendo) la comunità Zen del Maestro Roshi, è solo nel 1993 che decise di ritirarsi nel monastero di Mount Baldy, per applicarsi ad una pratica continuativa: ‘Alla fine del 1993, ero vicino ai sessant’anni, Roshi ne aveva quasi novanta. Il mio vecchio insegnante si stava facendo ancora più vecchio e io non avevo passato abbastanza tempo insieme a lui; i miei figli erano cresciuti e pensai che fosse un buon momento per intensificare la mia amicizia e la mia associazione con la comunità’.
La vita monastica era dura e costellata di privazioni, ma anche balsamica per un uomo affamato di disciplina, più intransigente verso se stesso di qualunque Koan: ‘C’è questa specie di vuoto caritatevole che ho trovato qui in forma purissima. Desideravo dimenticare chi fosse Leonard Cohen’.
Dal punto di vista astrologico, la decisione giunse dopo un lungo periodo di quadratura di Nettuno (pianeta associato – tra le altre cose – all’afflato mistico-religioso) e di Urano (associato all’’insight’, o ‘illuminazione’ al suo Mercurio radix (la mente, la capacità di elaborare e comprendere e assimilare concetti e informazioni). Per tutto il 1993, Plutone di transito in Sagittario (segno dalle spiccate tendenze filantropiche) stazionava in terza casa (l’apprendimento), al trigono del suo Plutone radix in decima (la visibilità), portandolo ad accantonare la sua immagine pubblica a favore di una modalità espressiva più intima.
Il 9 Agosto 1996, dopo tre anni di vita in monastero, Leonard venne ordinato monaco Zen, col nuovo nome di Jikan. Proseguì la sua permanenza fino al 1999, quando lasciò Mount Baldy per seguire Rainesh J Balsekan, ex seguace di Nisargadatta Maharaj, un maestro della scuola di filosofia induista Advaita (o non-duale), trasferendosi a Mumbai.
In India successe qualcosa: la depressione sparì.
Nel corso del 1996, anno dei voti monastici, Nettuno formava un sontuoso trigono al Sole, ma anche una contemporanea opposizione al ‘solito’ Plutone radix in decima, come a dissolverne ulteriormente ‘il personaggio’ per farne emergere la pura essenza. Nel 1999, invece, anno dell’abbandono del monastero e del trasferimento a Mumbai da Balsekan, spicca l’opposizione di Urano al suo Marte in Leone in undicesima, a ben sottolineare il cambio di entourage e l’ingresso in un contesto diverso. Urano opposto a Marte può anche indicare la ribellione al maestro, nonché una diversa canalizzazione delle pulsioni e dell’energia vitale.
L’ultimo suo disco risale al 2014: neo-ottantenne, torna a parlare dei destini umani e di politica, con disincantata saggezza e con la raffinatezza tipica dell’uomo che è stato da più parti definito il massimo poeta che la canzone d’autore abbia saputo esprimere.
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